Il Podcast di Pensiero Indipendente

domenica 12 novembre 2023

Spendete bene il vostro tempo perché In definitiva è l'unico valore concreto e finito che ognuno di noi ha a disposizione (anche se, purtroppo, spesso ce ne dimentichiamo)

Da tanti anni mi capita, sempre più spesso, di assistere a dibattiti su argomenti, anche importanti, ma svolti con approssimazione e mancanza di padronanza profonda dell'argomento sul quale si sta dibattendo.

Nel corso dei miei studi, delle mie ricerche, ho trovato sempre grande difficoltà, trattandosi di argomenti le cui fonti giungono da diverse posizioni, a poter giungere in modo incontrovertibile alla definizione dell'argomento stesso.

Principalmente la superficialità che riscontro in via generale è dovuta secondo me a due fattori:

Il primo è da rinvenire nell’alterazione dei ritmi ai quali siamo abituati e che, da molto tempo non sono più conformati ai ritmi umani ma a quelli tecnologici. Notoriamente la tecnologia è sempre in evoluzione, il che si traduce nell'aumento di ritmi che si discostano grandemente dai nostri ritmi umani, riducendo tutta la questione al fatto che corriamo in continuazione verso non si sa bene cosa, nell'illusoria speranza di raggiungere quei livelli impossibili, che ci vengono imposti, evidentemente proprio allo scopo di introdurre il secondo fattore che è l'impossibilità di ragionare opportunamente per mancanza di tempo.

Immaginando come fosse la vita anticamente, in relazione ai tempi dedicati al ragionamento, presumo che questi fossero adeguati ed a misura d'uomo. 
Si poteva quindi valutare tutti gli elementi utili, tutte le fonti disponibili, lasciandoli decantare nella mente affinché, a tempo debito, si sviluppasse l'idea che scaturiva dal ragionamento riguardo l'argomento trattato, e da qui, dal concetto elaborato, scaturiva l'opinione di chi ragionava.

Un'opinione siffatta era Certamente molto più solida rispetto a quelle attuali.

Viceversa, oggi i ritmi sono scanditi dalle mail, dai WhatsApp, dai post e, in via generale, dai social. Questi strumenti, insieme ad altri, concorrono ad inondarci quotidianamente di una serie di informazioni superficiali, il più delle volte di scadente qualità, in quanto frutto di luoghi comuni che ridondano fino a noi.

Se quindi la tecnologia odierna e soprattutto il sistema di informazione dominante, non consente ad un essere umano di avere il tempo di elaborare l'informazione, di approfondire la veridicità di quanto contenuto nell'informazione stessa, allora, se avessimo il tempo di farlo, dovremmo porci questa semplice domanda: a che cosa serve tutto ciò?

Personalmente, se fossi io a dover rispondere a tale quesito, immaginerei un mondo a misura d'uomo dove non esiste una siffatta "informazione".

In tal modo, avendo il tempo adeguato per valutare ogni singola informazione, ogni singolo argomento, con tutta probabilità ognuno di noi avrebbe una visione molto più chiara, oserei dire nitida, riguardo a ciò che realmente ci accade intorno e amche sul perchè di ogni avvenimento.

Conseguentemente, comprenderemmo che molte di queste cosiddette informazioni, servono soltanto a distrarci, a farci perdere altro tempo, ed in via generale a confonderci.

Ma a distrarci da che cosa?

Come mai le vecchie generazioni si lamentano dell'epoca contemporanea ripetendo, quasi fosse un mantra, il vecchio adagio del "si stava meglio quando si stava peggio"? Una domanda che risuona banale e scontata ai molti che, probabilmente, risponderebbero con superficialità, asserendo che si tratta semplicemente di nostalgie legate alla giovinezza ormai andata. Credo invece che pochi si soffermerebbero a pensare, in modo più approfondito, a ciò che soltanto in apparenza sembra essere un luogo comune, ma che in realtà è un'osservazione tanto sincera, quanto evidente.

Ma se anche tutti comprendessimo la veridicità profonda di questa affermazione, sarebbe soltanto un momento di illuminazione, un "fulmine a ciel sereno", un barlume di pensiero e null'altro. Subito dopo chineremmo il capo per riprendere la nostra solita routine, una simil-vita in stile Orwelliano, cadenzata da incomprensibili ritmi imposti da altri, nella mancanza di quella forza di volontà, indispensabile per approfondire opportunamente un siffatto pensiero.

A quei pochi che invece colgono l'invito racchiuso in questo breve post, vorrei soltanto suggerire, sinceramente e umanamente, di trovare sempre più tempo per ragionare e considerare se il mondo nel quale viviamo è davvero così, come ci viene presentato, oppure se, invece, sarebbe opportuno fermarsi e valutare che molti dei valori e delle libertà che diamo per scontate, altro non sono che semplici illusorie chimere.

Proprio a queste conclusioni è arrivato, chi saggiamente ha speso il proprio tempo per arricchire se stesso, attraverso un ragionamento libero da condizionamenti.

Prima di tutto è importante assumere, secondo me, il giusto atteggiamento distaccato che filtri opportunamente gli argomenti in almeno due categorie;

Esistono Infatti argomenti per i quali è perfettamente inutile preoccuparsi, non perché non siano importanti, ma perché le nostre azioni nonchè il nostro pensiero, ad essi riferiti, è totalmente irrilevante. Si tratta di tutti quei fatti sui quali noi non abbiamo nessun potere (malattie, morte, fatalità, eccetera) e riguardo ai quali, anche il solo soffermarsi, a pensare oltre il dovuto, è un inutile spreco di energie.
 
Esistono invece argomenti riguardo ai quali il nostro agire può creare dei risultati che, indifferentemente se piccoli o grandi, contribuiranno ad un cambiamento. A questa seconda categoria, credo che abbiano la precedenza, quegli argomenti le cui determinazioni incidono direttamente sulla nostra sfera di interesse (salute, economia, diritti, sicurezza, eccetera).

Saggiamente, credo che il nostro sforzo nel ragionamento ed il relativo tempo dedicato al pensiero ma anche alla successiva azione, dovrebbe essere concentrato su quest'ultima categoria di argomenti. 

Se consideriamo, ad esempio, le ore trascorse sui social chattando con persone, che neppure conosciamo davvero, parlando di argomenti anche importanti ma che vengono trattati in modo superficiale, al fine di trascorrere del tempo, senza considerarne il valore, e lo spreco che ne facciamo; dovremmo ammettere a noi stessi che in realtà il tempo lo abbiamo, anche se non in abbondanza, ma quel poco che abbiamo lo sprechiamo in futilità.

La prima cosa da fare quindi sarebbe stabilire delle gerarchie prioritarie sugli argomenti, la cui importanza per quanto sopra detto, sia indiscussa.

Personalmente, sottratto il tempo strettamente necessario per le attività lavorative e di famiglia, ho eliminato tutte le connessioni che reputo superflue riservandole lo stretto indispensabile per la cosiddetta "fase rilassante". È infinitamente più prolifico, infatti, praticare il sano e corroborante rito del "caffè con gli amici al bar", anche solo una volta a settimana, piuttosto che torturare i pochi neuroni rimasti con futili e sterili quanto inconcludenti discussioni politiche che non lasciano null'altro che vuoti stereotipi, retorica, e indottrinamenti fuorvianti.

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