Dopo l'esperienza fallimentare avuta all'interno di un movimento ideologicamente traditore dei propri ideali e dei propri proclami, come si è dimostrato essere il MoVimento 5 Stelle, avevo deciso già dal 2013 di non farvi più parte, decisione poi attuata l'anno successivo.
Dal 2012 in poi, insieme ad altri volenterosi amici, decisi di intraprendere un percorso parallelo a quello politico dell'associazionismo, secondo principi di libertà, indipendenza e dignità; ne scaturì la nascita di una associazione ispirata proprio a tali principi: Riconquista sociale – Dignità Indipendenza Libertà.
L'intento, racchiuso in tal nome, era restituire ad una società malata, composta in prevalenza da individui rassegnati e ideologicamente allo sbando, i tre valori riportati nella stessa Associazione, attraverso una riconquista dei valori sociali intrinsechi alla storia del nostro paese e al percorso umanistico italiano.
Invero, nonostante vi siano stati soltanto dei pallidi risultati rispetto le aspettative caldeggiate, dovuti in larga parte al tarlo della rassegnazione che ha permeato fin da subito molti dei soci, purtroppo anche tra i co-fondatori, i risultati comunque conseguiti da questa associazione culturale sono stati molteplici, tutti consultabili sul relativo blog dell'associazione: www.riconquista-sociale.blogspot.com
Durante tale attività, che non ha interessato soltanto la cultura propriamente detta ma si è occupata molto di temi sociali di interesse diffuso, con particolare attenzione alle criticità territoriali ormai endemiche del comune di Reggio Calabria (come ad esempio la mancanza d'acqua, i rifiuti, ed in generale la bassa qualità della vita), nel 2020 abbiamo dovuto fare i conti con le restrizioni liberticide e ormai acclaratamene ingiustificate e ingiustificabili decretate dal governo Conte e dai successivi.
In tale contesto è emersa in tutta la sua totalità la strategia del terrore che da sempre i governi, senza esclusione di quello italiano, hanno posto in essere per continuare ad imbrigliare masse inebetite di cittadini, attraverso un sistema totalitario, ammantato di falsa democrazia, all'uopo costituito.
Così mi è parso oltremodo evidente come la forma democratica, estesa a sistema di governo, interpretata in chiave liberale e secondo i principi della Rivoluzione francese di uguaglianza universale, sia soltanto l'ennesimo circo, l'ennesimo recinto dove tutti noi, più o meno inconsapevolmente, pascoliano.
Senza entrare in tecnicismi giuridici, appare lapalissiano come attraverso un D.p.c.m, mero atto ministeriale di alcuna valenza legislativa, i principi fondamentali sanciti dalla Costituzione, questa sì Fonte emanatrice di fonti legislative e perciò apicale al sistema legislativo italiano, di fronte a cui anche la Politica avrebbe dovuto dimostrare rispetto istituzionale, siano stati censurati ignominiosamente e congelati in attesa di non si sa bene cosa.
In conseguenza di ciò ho dovuto assistere, mio malgrado, all'ennesimo colpo di Stato i cui presupposti risiedono proprio in quelle falle costituzionali, secondo il mio personalissimo punto di vista, messe lì apposta, al fine di fornire una escamotage eventuale, una scappatoia costituzionale, a chi dopo di loro si sarebbe susseguito nella guida del Paese.
Questo è quanto da me percepito attraverso i vari incontri e le varie riunioni, per la maggior parte purtroppo multimediali, alle quali partecipai nel tentativo di comprendere come fosse stato possibile che di popolo di una repubblica democratica fosse stato sequestrato e messo ‘sottochiave’ (lockdown) contro la propria volontà.
Oggi, dopo 2 anni di innumerevoli imposizioni restrittive alle quali ho assistito insieme a voi tutti, comprendo come pochi le finalità di tali cambiamenti sociali, dettati non da una casuale sequenza di eventi avversi, come il Sistema vorrebbe fare intendere, ma piuttosto in ossequio ad un programma ben definito che, attraverso gli aggiustamenti del caso, è in fase di ultimazione.
Di fronte a tale situazione e confortato dalla presenza di nuovi pacati quanto consapevoli "Compagni di Sventura", ho affrontato una nuova fase nel mio percorso umano finalizzato alla ricerca della verità.
Oggi comprendo come, effettivamente, movimenti politici, sindacali, economici, finanziari e, più in generale, sociali, si trovino all'interno di una sorta di recinto dal quale non è possibile neppure tentare di evadere se non vi sia, intrinseco, il presupposto della consapevolezza.
Appare quindi totalmente irrilevante la posizione ricoperta dal singolo all’interno di tale recinto; che un soggetto sia un fervente religioso, un appassionato e genuino politico, oppure semplicemente un indefesso lavoratore; la posizione di tale individuo non cambia al variare del contesto.
All'esecuzione di predeterminate variazioni pianificate del Sistema Sociale noi, popolino, possiamo intravederne solo il fatto compiuto, vale a dire soltanto nel momento in cui dobbiamo subire tali cambiamenti.
Ed è altresì una falsa idea quella che vorrebbe l’esclusione di determinati soggetti, rientranti in certe categorie "speciali" (mafia, chiesa, massoneria, governo, tanto per dirne alcuni) da tale scenario.
L'uomo della strada dovrebbe Infatti iniziare a considerare anche il concetto di "utile idiota" inteso nei confronti di quei soggetti che sono momentaneamente utili alla definizione delle tappe sistemiche del Progetto. L'idiota funzionale al sistema, è quindi utile ed in virtù di ciò in una prima fase viene incensato e osannato; viene elevato a rango di esperto le cui dichiarazioni appaiono profetiche ai più, non fosse altro per la potenza della comunicazione dei mass-media sistemici.
Ciò allo scopo di fare una miglior leva sull'Ego dell'idiota funzionale, inebriandolo al fine di usalro ancor meglio, salvo poi abbandonarlo in un pantano o, al massimo, riservare un posto di ritaglio, un contentino se nel frattempo non sorge la necessità di trasformarlo in utile capro espiatorio, addossando le colpe del misfatto (pianificato fin da principio) e farne un comodo e pratico parafulmine di fronte ad una opinione pubblica troppo spesso ignorante che, opportunamente indottrinata, non riesce a vedere oltre il velo dell'apparenza (si pensi alla vicenda dei medici italiani e del Virus, prima definiti eroi ora vittime del Siero e di politica dell’accoglienza che ne scalza finanche la professione ed il diritto al lavoro).
Oltre a ciò, le conseguenze che derivano dal prestarsi e prostrarsi ai biechi progetti di stampo mondialista, non sono principalmente di ordine pratico ma sicuramente possiedono una maggiore incidenza sul piano morale e spirituale.
Proprio l'aspetto spirituale, che l’attuale mondo materialista - costruito ad hoc proprio per allontanare da tale visione - tende ad escludere, appare il più importante aspetto di tutta la vicenda; ciò in quanto legato allo stato d'animo dell’individuo, alla sua qualità della vita, fino al percorso dell'Essere che, per inciso, prosegue anche dopo l'esperienza terrena del momento, volgarmente chiamata “vita”.
I soggetti che preferiscono prostituirsi moralmente - e non escludo anche fisicamente - sono pienamente consapevoli a cosa stiano andando incontro; proprio la consapevolezza interiore, che non dipende dalla cultura ne dall'esperienza del singolo, elimina ogni possibile alibi morale a prescindere.
Non vi e quindi alcuna pietà universale nei confronti di alcuno, ed in particolare nei confronti di chi, pur avendo ben chiare le idee su quanto si stia apprestando a fare, non pone scrupolo alcuno dal perpetrare inganni e azioni devastatrici della vita altrui.
Considerato tale ultimo aspetto, è chiaro che questi soggetti siano segnati nell'animo in modo inappellabile e soltanto un chiaro quanto inequivocabile atto di ribellione a tale sottomissione demoniaca, supportato da azioni chiare e risolutive, tese a far emergere la nuda verità e senza compromesso alcuno, potrebbe forse fornire un possibile riscatto spirituale.
Vi e poi la questione le "complici inconsapevoli" che raccoglie, sotto tale definizione, la pletora dei soggetti stupidamente e supinamente ubbidienti.
Lungimirante è la saggezza popolare che attribuisce alle menzogne "le gambe corte"; anche qui, come nel caso precedente, chi seppur vittima inconsapevole delle determinazioni lesive adottate dagli organi apicali, adotta e perpetra a sua volta, con ingiustificabile continuità, tale linea, arrivando finanche ad imporla ad altri, diviene complice a sua volta di chi, con cosciente cognizione di causa, ha avviato l'intero meccanismo.
Occorre quindi responsabilizzare se stessi, evitando di adottare la falsa idea secondo cui la mera esecuzione di ordini esclude da qualsivoglia responsabilità colui che agisce.
Ogni essere umano - in quanto tale - possiede la facoltà di discernimento ed è quindi soltanto una mera scelta personale il voler ricorrere ad essa.
Che fare dunque? Lasciare ad altri il controllo della propria vita sociale? Tentare un percorso autonomo e disperato in una visione romantica il cui esito appare quasi sempre scontato, oppure utilizzare con opportuna intelligenza l’esperienza maturata durante le tante delusioni, per tentare concretamente di dare forma e consistenza ad un ormai diafano riscatto sociale?
Preferisco unire alla consapevolezza dei fatti il sentimento della Fede quale forma di credo nei confronti nell’Essere Superiore e Divino, intenzionalmente ridimensionato dall’attuale materialismo tecnologico, ma in realtà vero ed unico motore degli eventi e principio ordinatore i cui sviluppi, al di sopra della logica umana, convergono nella realizzazione della volontà Divina [Fiat Voluntas Dei].
Mia opinione personalissima è chiedere all'universo di poter fare la volontà di Dio, procedendo nel momento in cui l'universo consente e concede gli strumenti per operare; va ricordato infatti che ciò che noi banalmente e generalmente attribuiamo al caso, in realtà è frutto di una pianificazione degli eventi di Ordine Superiore, non di rado è certamente capitato ad ognuno, durante la propria esistenza, di intravedere una logica degli eventi soltanto dopo che questi si siano realizzati. Anche a distanza di anni.
Dall'esperienza di vita maturata considero pertanto l'azione sociale autonoma una iniziativa monca, amputata, limitata a sterile protesta spesso auto referenziata, se non trova sbocco nell'interlocuzione politica.
Sovente infatti, per questioni affini l'attività sociali (come ad esempio la questione idrica, quella relativa ai campi elettromagnetici artificiali, oppure quella riferita ai rifiuti), è stato indispensabile trovare un interlocutore politico, all'interno dell'amministrazione di turno, disponibile ad ascoltare le giuste istanze sollevate dai cittadini unitisi intorno a Riconquista sociale, nella speranza di un impegno fattivo finalizzato alla risoluzione della problematica oggetto dell'azione sociale.
In tali situazioni è stato necessario essere disponibili a rischiare il tempo impiegato nel ricercare un valido interlocutore politico disponibile prima di tutto all'ascolto, con il rischio di divenire inconsapevoli veicoli elettorali (gli utili idioti di cui sopra).
Ecco quindi che si arriva ad una scelta che, personalmente, appare quasi obbligata, maturata nel tentativo di perfezionare quel percorso sociale che dalla giusta protesta giunge alfine ad opportuna proposta.
Sulla scorta delle precedenti considerazioni appare pertanto indispensabile "sporcarsi le mani" in prima persona, nel tentativo di entrare a far parte di quella rappresentanza politico - sociale eletta che occupa i posti amministrativi non come autoreferente ma piuttosto quale genuino rappresentante del cittadino, impegnato a tradurre le istanze sociali in concrete attività politiche.
Se come accade, l'iniziativa sociale promossa da associazioni libere e indipendenti, si esaurisce nella semplice proposta che per giungere a concretezza deve essere perfezionata dall'organo politico in carica, sia Esso di governo o di opposizione, allora appare inscindibile che l'appendice dell'attività di proposta sociale sia l'attività esecutiva politica.
Tutto ciò deve essere fattibile a patto che vi siano veri rappresentanti popolari, all’interno delle amministrazioni. In tal caso, non assisteremmo a sterili quanto vuote manifestazioni di piazza auto referenziate e fini a sé stesse, ma probabilmente e in modo molto più pacato, saremmo finalmente testimoni dei risultati sperati attraverso un sereno dialogo tra il cittadino e la sua estensione politica, di questo rappresentativa.
Consapevole quindi della situazione attuale scelgo di entrare a far parte del partito politico "Ancora Italia" in quanto, a mio avviso, attuale utile contenitore politico all'interno del quale appare oggi possibile esprimere le proprie idee sociali, universali e indipendenti e fino a quando ciò sarà possibile, Ancora Italia apparirà degno e meritevole della mia partecipazione, fatta con spirito di servizio nei confronti del cittadino ma prima ancora con sentimento di indefettibile rispetto nei confronti dei miei ideali.
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