Il Podcast di Pensiero Indipendente

giovedì 3 maggio 2012

Ministri che vanno, ministri che vengono.

Vanno avanti e indietro ad inaugurare, comiziare e scagazzare discorsi stereotipati per l'Italia. Ma sono sempre meno le persone disposte a credere a questi buffoni.

I ministri vanno e vengono per l'Italia, da nord a sud, viaggiando a sbafo indipendentemente che si tratti di incarichi istituzionali o meno. Lo fanno per ribadire la presenza del governo, per riempirci la testa con i loro discorsi di vuota retorica. Con questi presupposti il de ja vu è naturale, cambiano le facce, non le chiacchiere che vorrebbero far passare per vere. Incontrano sindaci, prefetti, studenti, vogliono fare la figura del buon padre di famiglia attento ai propri figli. Vengono, ci danno il contentino, il discorsetto per lo più scritto da altri, salutano e se ne tornano a Roma, da dove continuare a massacrarci con nuove tasse o umiliarci chiamando i nostri figli "bamboccioni". La stampa, poi, fa la sua parte enfatizzando oltremodo i discorsi di circostanza sciorinati durante le visite istituzionali. Sempre la stessa stampa, completamente assoggettata alle dipendenze loro a far finta di nulla, o addirittura difenderli, quando questi politicanti, toccati da vicino mostrano la loro vera faccia. Parlano di mafia e rilancio economico, e poi ci spremono come limoni per coprire noi da soli il debito nazionale, che in gran parte è stato prodotto da altri. Mettono ghirlande e corone sulle nobili lapidi delle vere mittime della mafia, ma poi ritoccano le pensioni sociali, TUTTE, TRANNE LE LORO!
Questa forma di regime distruttivo ci ha mandati a gambe all'aria, buttandoci in piena recessione. 

Certo forse ce lo meritiamo, dal momento che un popolo di pecore subisce passivamente quello che il pastore decide. E se tale aneddoto in passato era interpretato con in un'accezione positiva, sull'esempio dell'evangelico "buon pastore", ora la situazione è completamente cambiata: il pastore da tempo non ha più a cuore il proprio gregge, ha proprio cambiato mestiere e posato il bastone da pascolo, ha preso la mannaia del macellaio. Ora macella le proprie pecore per le grandi multinazionali, le banche ed i fondi monetari internazionali. Ora non difende più le pecore dai lupi, ma le squarta egli stesso per offrirle in olocausto ai suoi padroni. E quando queste finiranno non si illudano altri, che oggi sembrano esonerati da cotale sacrificio, che finirà anche la sete di martirio dell'ex pastore. Semplicemente perchè non può, semplicemente perchè i suoi veri padroni sono insaziabili. Occorreranno quindi nuove vittime, e vista l'esiguità di bestie che si verrà a creare, è molto probabile che passi al macello anche i propri cani da guardia.

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