Il Podcast di Pensiero Indipendente

sabato 29 dicembre 2012

In Italia si protesta tanto formalmente ma poi...

C'è un'iniziativa su Facebook, sapete quelle iniziative sociali? Bene ieri sera navigando sul web, ho casualmente aperto una pagina ed ho letto il seguente sondaggio: MA SECONDO VOI IL M5S AMMESSO CHE VINCA ALLE PROSSIME ELEZIONI SARA' IN GRADO DI CAMBIARE LE COSE?..... VOI CI CREDETE ??

Per quanto riguarda il post invece, quest'ultimo apriva così: "Sono moltissimi i cittadini che non si sentono più rappresentati ne tutelati dal Presidente della nostra Repubblica. In questi ultimi mesi abbiamo assistito alla morte della Democrazia e al funerale della nostra Costituzione, nella quale si riconoscono la maggioranza dei cittadini italiani, indipendentemente dalle idee politiche." 
Sinceramente sono demoralizzato di leggere come ancora la gente pensi di affidare il proprio futuro ad altri, piuttosto che rimboccarsi le maniche e scendere in prima persona, mettendoci la faccia, per tutelare i propri diritti sociali, ormai calpestati più e più volte. D'accordo, non si può pretendere di vivere in un paese con un'alta espressione del diritto sociale e dell'educazione civica, se questo paese è stato per decenni assuefatto al clientelismo ed all'assistenzialismo. Ma un minimo di dignità (che parolaccia sconosciuta), di amor proprio, di orgoglio, signori connazionali vogliamo tirarlo fuori? 
Leggendo un post del genere, mi viene da pensare che ancora aspettiamo che siano gli altri, quelli che votiamo, a dover farsi carico dei nostri diritti, mentre noi pisoliamo in altre faccende. Ma davvero ancora immaginiamo che basti mandare al Parlamento qualcuno per vedere i propri diritti tutelati? Chi va al governo deve fare ciò per cui è stato mandato, è giusto, ma se non lo fa chi lo richiama al proprio dovere?

Non è per caso che dovremmo cominciare ad essere un popolo più attento e presente nelle faccende italiane. Un popolo sisposto a vigilare e verificare sull'operato di chi ha scelto di rappresentarlo, giurando nelle mani del Capo dello Stato? Ma scusate se viene un estraneo a casa vostra lo lasciate solo a scorrazzare indisturbato per le stanze oppure lo tenete d'occhio? 

Dovremmo essere noi, il popolo, a controllare chi ha il compito di tutelare lo Stato Sociale. Personalmente, è da anni che ho come l'impressione che in Italia la gente deleghi il proprio futuro a chi riesce a spararle più grosse, per poter avere l'illusione che tutto vada bene, e non dover interessarsi alla politica, come se quest'ultima non condizionasse fortemente la vita di noi tutti.
Quante volte abbiamo sentito le solite chiacchiere: "se sale tizio, fa questo, se sale caio fa quell'altro..." poi chi sale sale fa quello che vuole lui, perchè la collettività parla parla ma poi non si interessa più. E questo a causa del fatto che il popolo italiano non scende, compatto, in piazza a dire al governo di turno: "signori, mantenete le vostre promesse -i vostri programmi- oppure ve ne andate subito a calci nel culo!". In Italia "Panta rei", tutto scorre e se una classe di lavoratori sciopera perchè non ha più niente da mettere in tavola, il resto fa finta di nulla (con buona pace della 'solidarietà' tra lavoratori). Ma è questo che siamo?

Non dico di essere solidali con gli altri (sarebbe troppo bello invero), ma anche il più egoista sa che per tutelare i nostri diritti personali è necessario fare numero, essere coesi, essere in tanti. Invece no, in Italia c'è la radicata consuetudine di correre dall'amico per far valere le proprie pretese (dico pretese perchè non posso parlare di diritti dal momento che i sudditi non hanno diritti ma pretese o tutt'al più privilegi) e chi non lo fa è generalmente etichettato come fesso, o tutt'al più sprovveduto. Ma in effetti, tale valutazione risulta logica: se quei pochi che difendono i propri diritti correttamente, venissero chiamati onesti; tutti gli altri, dovrebbero chiamarsi disonesti; cosa invero giusta se non fosse che, ipocrisia vuole, che l'onesto il quale per essere tale in questa società, deve possedere altresì una buona dose di coraggio, viene classificato fesso. Viceversa il disonesto, il viscido, l'opportunista, che da come ci siamo ridotti pare rappresentare la maggioranza della popolazione, si autoproclama furbo.
Ecco quindi che votare non è più un diritto e un dovere civico ma rappresenta invece la mera esternazine di un accordo, non lecito, di manifestare un interesse diretto, personale. Il voto diviene merce di scambio, di compromesso, secondo la formula quasi matematica "tu mi dai - io ti do". Oppure per prafrasare il fondamentale principio "un uomo un voto", questo, alla luce reale dell'assioma diverrebbe "un voto un provilegio". Questo è almeno ciò che, secondo me, fa parte di una mentalità comune e troppo radicata, che alla fine diviene comunemente accettata in quanto parte della consuetudine.
Per concludere, questa è la risposta che ho postato sulla pagina Facebook: 
"Non credo debba essere il M5S a cambiare le cose nè alcun altro partito. Semplicemente è la gente che deve cambiare mentalità, iniziando a interessarsi di ciò che gli accade intorno e che la riguarda. Se aspettiamo ancora il "Messia", il risolutore, non servirà alcun partito o movimento e tutto resterà come prima. Iniziamo ad essere noi fautori del nostro destino. In Italia non è mai esistito un popolo, ma generalmente soltanto un'insieme di pecoroni e sudditi (con le debite eccezioni che rappresentano la regola; vedasi i vari Falcone, Mattei, ecc...). Non aspettatevi nulla di più da parte di alcun movimento o partito, niente di più rispetto a quello che tutti noi, insieme e coesi, potremmo fare in ogni momento, se soltanto iniziassimo a pensare come un popolo. Un popolo con dei diritti, un popolo di cittadini consapevoli e non più di sudditi, come attualmente siamo. Siamo sudditi contenti di esserlo e affannati per le continue genuflessioni dinnanzi al 'padrone' di turno. Sudditi ansiosi di baciare anelli vari, portare regalie, impegnare il proprio voto agli 'amici', prostituirsi ideologicamete per possedere quei sempre più magri privilegi, che in un paese degno di essere chiamato sociale, sono chiamati volgarmente diritti."

P.S.
Per fare una domanda del genere sul M5S, bisognerebbe prima capire che non stiamo parlando di un partito, ma piuttosto di un insieme di cittadini liberi che credono nella forza dei propri diritti e vogliono riappropriarsi, attraverso la giustizia, della pripria sovranità defraudatagli. Il Movimento 5 Stelle è il popolo, non un partito. Resta il fatto che per fare un popolo con dei diritti sociali, sono necessari cittadini consapevoli, impegnati, con una mentalità libera e indipendente, capace di pensare, di raggionare al di là delle apparenze, ma con un maturo discernimento. Occorrono cittadini disposti a dire no alle avances di consumati corruttori, che fossero realmente irreprensibili e disposti a tutto per riappropriarsi dei propri, sacrosanti diritti.
Ma ne saremmo davvero capaci?

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono consentiti soltanto a chi si assume la piena responsabilità di ciò che scrive